Tangentopoli e mani pulite: il riassunto del periodo storico che portò alla fine della prima Repubblica

A detta degli analisti storico politici quella che stiamo vivendo in Italia, politicamente parlando, è la quarta repubblica. Si è giunti a questa definizione poiché, con l’inchiesta “mani pulite”, fu spazzata via la prima repubblica per lasciare spazio ai successivi momenti storici Italiani.
La stagione di tangentopoli, se volessimo farne un riassunto, fu un periodo breve ma intenso, in cui un gruppo di magistrati scoperchiò il vaso di pandora su un sistema, definito e consolidato, di corruzione a tutti i livelli: sociali, politici, industriali e imprenditoriali.
E’ una storia, quella di tangentopoli, cronologicamente parlando, con momenti ben definiti: un inizio e una fine certi. Venne coniato il termine “mani pulite” che definiva il pool di magistrati di Milano che lavorò esclusivamente alle inchieste sulla corruzione. Il modello di riferimento era quello del gruppo di magistrati di Palermo che negli anni precedenti si occupò delle indagini sulla mafia.
Il detto “tangentopoli”, in breve, voleva indicare la ”poli”, ovvero la città, geograficamente costituita dove, appunto, il sistema delle “tangenti” era radicato e sistematico. Anche se all’inizio dell’inchiesta la cornice di “tangentopoli” era associata alla città di Milano, in seguito la mappa si allargò fino all’intero sistema paese italiano, totalmente coinvolto nell’indagine.
Storia di tangentopoli in breve
Riassumendo, la storia della stagione di tangentopoli ha una data di inizio certa e incontrovertibile. Il 17 febbraio 1992 a Milano viene arrestato con l’accusa di concussione il socialista Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio.
Il sostituto procuratore Antonio Di Pietro, che conduce l’inchiesta, racconta che Chiesa «è stato preso con le mani nella marmellata». Teneva nel cassetto 7 milioni in biglietti da 100mila lire, appena sborsati dal titolare di una ditta di pulizie, costretto a pagare una “bustarella” per ottenere l’appalto. Definito “mariuolo” da Craxi, Mario Chiesa spiffera tutto, il riassunto di questa circostanza è che inizia e prende corpo la stagione di Tangentopoli.
In sintesi l’inchiesta prende corpo e si allarga a dismisura. Viene creato un pool di magistrati che si occupa solo delle indagini sulla corruzione. Oltre ad Antonio Di Pietro ne fanno parete Piercamillo Davigo e Gerardo Colombo.
Comincia in Italia la stagione di “Mani pulite” che vedrà simbolicamente sul banco degli imputati un’intera classe politica, messa sotto accusa per avere istituzionalizzato la tangente come sistema di potere, sia per rifornire le casse dei partiti, sia a titolo personale.
In sintesi, tangentopoli vide nomi eccellenti sfilano nel tribunale di Milano, appartenenti a tutti gli schieramenti. I partiti più coinvolti sono la Democrazia Cristiana e il Partito Socialsita. Craxi, Forlani, De Michelis. Martelli si dimise da ministro, altri sfilarono nelle aule del tribunale di Milano messi sotto accusa dal pool di Mani Pulite.
Insieme ai politici gli industriali e i loro faccendieri sono chiamati sul banco degli imputati. Gli interrogatori si susseguono, così come gli arresti e gli avvisi di garanzia. La stagione di mani pulite arriva ad avere dei contorni inimmaginabili, con “bustarelle” da capogiro. Come la tangente Enimont, stimata in 150 miliardi di lire:a favore di tutti i partiti e riciclata peraltro dallo IOR:
Le conseguenze della stagione mani pulite
Il 6 dicembre 1994 Antonio Di Pietro si dimise da magistrato. A sua detta a causa delle pressioni politiche e mediatiche delle sue inchieste e anche per accuse personali sul suo uso disinvolto, a detta di alcuni, della carcerazione preventiva.
Alcuni politici e media attaccarono direttamente Di Pietro, simbolo di mani pulite, cercando di screditarlo e di minare la credibilità delle indagini. In tutti i casi le dimissioni del magistrato possono considerarsi come la fine della parabola dell’inchiesta di tangentopoli.
In breve, come conseguenza principale, la stagione di mani pulite porto alla crisi di fiducia nella classe politica finora al potere. Ciò favorì l’ascesa di nuovi movimenti e leader, come Silvio Berlusconi e il suo partito Forza Italia, dando vita alla seconda repubblica. D’altra parte i partiti della prima repubblica, che fino ad allora erano l’asse portante della politica nazionale, si disgregarono.