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Come salvarsi da un ordigno atomico che esplode

Le azioni da intraprendere per aumentare le possibilità di salvarsi dall’esplosione di una bomba nucleare

come salvarsi da un esplosione nucleare
Come salvarsi da un ordigno atomico che esplode

La guerra fredda è stato il maggior momento di fabbricazione di armi nucleari, soprattutto da parte degli USA e dell’URSS. Questi ordigni, in seguito a vari trattati di non proliferazione, sono stati parzialmente smantellati. Ne rimangono ancora molte migliaia e altri sono state costruiti da vari governi del mondo.

Con i nuovi conflitti in atto, in particolare la guerra Russia/Ucraina, si è riaccesa l’emergenza nucleare. Putin, infatti, ha più volte velatamente rilanciato la minaccia dell’uso dell’arsenale atomico tattico. Un’eventualità che porterebbe a una pericolosa escalation.

Naturalmente, finché esisteranno le armi nucleari, ci sarà sempre il pericolo che vengano usate. Istintivamente sorge la domanda: come salvarsi da un ordigno atomico che esplode?

Naturalmente, l’utilizzo di armi atomiche tattiche è sempre sconsigliato, anche per la nazione che le usa. Infatti, il territorio dove esplodono viene saturato dalle radiazioni che sono nocive e letali non solo per chi è attaccato. Anche gli attaccanti, se mirano a un’invasione, avrebbrro a che fare con le conseguenze radioattive dell’ordigno che hanno lanciato. Da ciò sorge il dilemma sull’opportunità dell’utilizzo di bombe atomiche. E comunque la domanda su come sopravvivere a un’esplosione atomica viene rilanciata fortemente.

In generale, nelle guerre moderne vengono utilizzate armi e tecniche di bombardamento chirurgico, l’obiettivo è di non coinvolgere sia le installazioni civili che gli esseri umani. Tuttavia, un ordigno nucleare è definito di ‘distruzione di massa’ in quanto, per le sue caratteristiche, distruggere e genera danni in maniera indiscriminata. E’ quindi auspicabile sapere e capire come salvarsi da una bomba nucleare che esplode.

Esistono due tipi di ordigni nucleari, le bombe atomiche (bombe A) e quelle termonucleari (bombe H). Le ultime hanno la caratteristica di sprigionare maggiore  calore. Possono essere di vari livelli, da pochi megatoni a decine di megatoni. Sprigionano una grande quantità di energia proporzionale alla potenza nominale. Proteggersi da una detonazione e alle successive conseguenze può rivelarsi impresa ardua, ma non impossibile.

Comportamenti da tenere in caso di esplosione nucleare

Sui comportamenti da tenere in caso di esplosione nucleare sono stati fatti diversi studi. In Italia esiste un piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche. Il documento, di pertinenza della protezione civile, riporta gli iter procedurali in caso di evento riguardante una centrale nucleare posizionata a meno di 200 km. Tale documento fornisce utili informazioni da considerare in caso di attacco nucleare per aumentare la possibilità di rimanere in vita.

Molto più pertinente è lo studio operativo della FEMA (Federal Emergency Management Agency), agenzia del governo statunitense dedita alla gestione di emergenze quali terremoti, uragani, attacchi biologici e, appunto, nucleari. Risulta utile anche la guida del Consiglio consultivo scientifico della Croce Rossa americana. I suggerimenti operativi contenuti in questo articolo provengono dalle autorevoli fonti citate. Tutte le indicazioni che verranno fornite partono da un presupposto: sopravvivere all’esplosione nucleare e ai danni che provoca

Sopravvivere ad una bomba nucleare che esplode: i rifugi antiatomici

Di solito una guerra avviene all’apice di un’escalation di minacce tra paesi rivali. Sapendo ciò, è necessario essere sempre aggiornati sulla situazione politica del momento, in modo da prepararsi ad un eventuale guerra con utilizzo di armi nucleari.

Se ci si trova nei pressi di obiettivi sensibili (strutture miliari, stazioni, porti e aeroporti, centri di comunicazione e industrie) è necessario costruirsi, se si hanno le possibilità economiche, un rifugio antiatomico. Esso deve essere fabbricato con particolari criteri, in genere interrato per sfruttare la schermatura del terreno, fatto di cemento armato, materiale questo resistente alla penetrazione delle radiazioni.

In ogni caso la soluzione migliore è quella di allontanarsi il più possibile dagli impianti bersaglio. In mancanza della possibilità di avere un rifugio antiatomico adeguato è bene localizzare quei siti, che per le loro caratteristiche, sono da considerare utili per salvarsi dagli effetti di un esplosione nucleare. In genere i governi stessi danno indicazioni al riguardo, formento anche utili suggerimenti da tenere in esame.

Sopravvivere a un ordigno nucleare: la distanza dall’esplosione

In una esplosione nucleare viene rilasciata una grande quantità di energia sotto forma di calore. In più l’onda d’urto è particolarmente potente, così come la lucentezza dell’esplosione. Se ci si trova nei pressi di “ground zero”, ovvero il punto della detonazione, è praticamente impossibile rimanere in vita.

Maggiore è la lontananza geografica dalla deflagrazione atomica e più alta è la possibilità di salvarsi e di avere danni fisici. Naturalmente, la distanza di sicurezza da calcolare dipende dalla potenza e dal tipo di ordigno che esplode.

Il suggerimento da dare in caso di esplosione atomica o termonucleare, trovandosi all’aperto e non all’interno di un rifugio antiatomico, è di gettarsi a terra cercando di posizionarsi dietro un riparo costituito da una struttura particolarmente resistente. In questo modo aumentano le possibilità di rimanere integri, considerando che i danni che si possono riportare sono le ustioni, le ferite da schegge provenienti da vetri e edifici distrutti, cecità se si guarda il bagliore della detonazione. Infatti la deflagrazione atomica genera un lampo di luce accecante in grado di rovinare la retina dell’occhio.

Se si è fuori da un rifugio antiatomico i posti migliori in cui stare sono una cantina, oppure in un piano seminterrato, in un tunnel o nella metropolitana. Trovandosi in un edificio con più piani l’ideale sarebbe stare in un’area centrale dei livelli più bassi del palazzo, lontani dalle finestre.

In ogni caso è bene gettarsi a terra proteggendosi la testa con le mani. Dopo l’esplosione recarsi in un luogo sicuro, precedentemente localizzato, proteggendosi le vie aeree con mascherine o fazzoletti imbevuti. L’ambiente circostante sarà saturo di radiazioni da inalare il meno possibile.

Prepararsi in anticipo

Se si sopravvive all’esplosine atomica il successivo pericolo deriva dal fallout. Si forma, infatti, una polvere carica di particelle radioattive la quale, a seconda della direzione e l’intensità dei venti, può spostarsi per lunghe distanze. Nel tragitto le radiazioni della nube si depositano nel terreno contaminando vaste aree geografiche.

Le radiazioni sono, per loro natura, pericolose. Molto semplicisticamente si tratta di particelle atomiche (protoni, elettroni ecc.) che hanno la capacità di ionizzare: cioè di alterare la struttura molecolare di ciò che colpiscono. Gli effetti più importanti delle  radiazioni ionizzanti sull’uomo sono: danni sul midollo osseo, all’intestino, al sistema nervoso centrale e alla pelle. In caso di esposizione radioattiva massiccia, come per un esplosione nucleare, tutti gli organi umani vengono danneggiati.

Ciò premesso, la polvere radiativa (fallout) è particolarmente nociva per l’uomo e può portare anche alla morte. Ripararsi è fondamentale. Se non si dispone di un rifugio antiatomico è necessario trovare un posto il più solido possibile, costruito in cemento armato,  in grado di resistere alla penetrazione delle particelle radioattive. In genere le autorità locali danno indicazioni preventive sui luoghi più idonei da considerare dopo l’esplosione nucleare. Seguire tali indicazioni è fondamentale e può valere la vita.

Se si dispone di un rifugio antiatomico, durante o in seguito alla esplosione di un ordigno nucleare, recarsi il più celermente possibile nell’impianto, per stazionarci per le prime 48 ore dall’evento. In ogni caso, pianificare di rimanere riparati per almeno 8 -9 giorni. Gettare i vestiti indossati al momento dell’esplosione se si era all’aperto, lavarsi delicatamente con acqua e sapone per rimuovere quanto più materiale radioattivo possibile.

Cosa avere nel rifugio antiatomico

Tenendo presente il tempo da trascorrere al riparo, si dovranno accumulare adeguate scorte di cibo in scatola e acqua, quest’ultima conservata in contenitori in plastica. La quantità di generi alimentari deve essere proporzionale e sufficiente al numero di occupanti che si prevede troveranno riparato nel rifugio.

Mettere da parte una buona dose di medicinali da prescrizione che si assumono periodicamente. Fornirsi, inoltre, di un kit di primo soccorso con relativa manualistica. Un’esplosione atomica può provocare ferite da bruciature fino al terzo grado, preparare i medicinali curativi per questo tipo di lesione. Il materiale di vario genere che non dovrebbe mancare all’interno del ricovero è:

  • Torce, batterie e candele di cera
  • Un gruppo elettrogeno
  •  Mascherine per la polvere
  • Fogli plastificati e nastro isolante
  • Sacchi della spazzatura, lacci e guanti in plastica, fazzoletti inumiditi per l’igiene personale
  • Pinze e una chiave inglese per chiudere valvole e rubinetti come quelli per l’acqua o per il gas.
  • Indumenti di ricambio
  • Stivali in gomma

Un’esplosione nucleare genera dei forti campi elettromagnetici in grado di mettere fuori uso la maggior parte di apparati elettrici ed elettronici. Dotarsi di torce e apparati radio e custodirli in contenitori di metallo (gabbia di faraday) così da aumentare le possibilità che non si guastino.

Cercare di stabilire una connessione radio in modo da tenere d’occhio le notizie che vengono trasmesse, in particolar modo le indicazioni sullo stato del fall-out radioattivo, così da stabilire quando è il momento giusto per uscire dal rifugio ed evacuare.

Se si è stati all’aperto durante l’esplosione, prima di entrare nel ricovero spogliarsi completamente lasciando gli indumenti all’esterno, così da non portare materiale radiativo negli ambienti riparati. Se possibile, lavarsi abbondantemente con acqua e sapone e rivestirsi con i vestiti non contaminati preparati in precedenza.

Uscire all’aperto

Dopo un esplosione atomica tutta la flora, il terreno e ciò che rimane in piedi dell’area circostante all’esplosione saranno radioattivi per molto tempo. Si dovranno adottare quindi particolari misure per prevenire la contaminazione.

Nel momento in cui si decide di uscire all’aperto, schermarsi dalle radiazioni residue coprendosi con i sacchi di plastica e i guanti, sigillandosi con il nastro isolante. Utilizzare gli stivali in gomma preparati in precedenza e proteggere le vie aeree con mascherine adeguate. Attendere comunque le comunicazioni diramate dal governo prima di avventurarsi all’esterno. In ogni caso, l’auspicio principale e quello di non trovarsi mai in uno scenario del genere.

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