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Cos’è il Lodo Moro

L’accordo segreto con la Palestina, definito Lodo Moro, garantiva l’icolumità dell’Italia da eventi terroristici di matrice Palestinese, in cambio dell’impunità dei terroristi sul territorio italiano

Cos'è il Lodo Moro
Il Lodo Moro – l’accordo segreto Italia/Palestina

Ancora oggi, con difficoltà, le autorità italiane ammettono che è esistito il Lodo Moro. La causa di questa reticenza risiede nella natura poco ortodossa dell’accordo stesso, stipulato tra uno stato sovrano, l’Italia, con un’organizzazione politica non governativa: il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), membro a sua volta dell’OLP.

Del resto, tali Organizzazioni, e in particolare il FPLP, avevano come obiettivo la «liberazione  della palestina» attraverso la lotta “militare” di natura terroristica. A livello etico, morale, e politico, per una nazione un trattato con un’organizzazione armata, che compiva operazioni illegali, era inammissibile.

Difficile, quindi, giustificare l’esistenza di un patto politico tra Italia e FPLP, quindi l’OLP. Ma tutto ciò avvenne, con ricadute importanti a livello nazionale e internazionale. In definitiva, si trattò di un accordo segreto verbale, quindi non documentato, di non belligeranza tra Italia e Palestinesi. Ecco, in breve, cos’è il Lodo Moro nella sua forma più ampia.

La storia dell’accordo in breve

C’è un ben preciso contesto storico in cui nasce il Lodo Moro. Riassumento, verso la metà degli anni 60 del secolo scorso viene creata l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Essa ha il proprio braccio armato nel FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) che agisce non solo in territorio israeliano, ma in ogni parte del mondo in cui è possibile colpire obiettivi sionisti, filosionisti ed ebraici.

Il riassunto dell’accordo italo/arabo non è complesso. Tutta l’Europa è scossa dagli attentati, Italia compresa. Nel dicembre del 1973 ci fu un attacco terroristico palestinese, particolarmente cruento con decine di vittime, all’aeroporto romano di Fiumicino. Nasce così la necessità di tutelare da ulteriori attacchi il territorio Italiano il quale, per la sua posizione geografica, risulta essere particolarmente esposto.

Entra in azione Stefano Giovannone, ufficiale dei carabinieri nonché agente dei servizi segreti italiani. Di stanza a Beirut lo 007 si mette in contatto con la galassia delle varie emanazioni dell’OLP. Siamo nel 1974 quando su mandato dell’allora ministro degli affari esteri del governo Italiano, Aldo Moro, Giovannone negozierà il patto segreto che sarà quindi denominato Lodo Moro.

Cos’è il Lodo Moro

Cos’è il Lodo Moro? Stefano Giovannone, agente dei servizi italiani, coltiva relazione con i vertici politici e militari afferenti all’OLP, in particolare con il FPLP, per contrattare quello che sarà il compromesso tra le parti. Al tavolo dei negoziati, per così dire, siedono George Habbash, capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ed altri importanti membri del OLP. Giovannone è il rappresentante dell’Italia per conto del Generale Vito Miceli (capo del SID), che a sua volta riferisce a Aldo Moro, quale garante istituzionale dell’accordo.

Si avviano le trattative che prendono definitivamente corpo a metà degli anni 70. Aldo Moro si fa garante della libertà di azione e impunità dei terroristi palestinesi in transito o di base sul territorio italiano. La contropartita assicura che gli stessi terroristi non avrebbero commesso attacchi diretti sul suolo nazionale. Il tutto viene “siglato” verbalmente; per segretezza e opportunità politica non devono esserci prove documentali dell’accordo.

Il compromesso segreto Italia Palestina è fatto, declinato in maniera “orale”, e definito come Lodo Moro. L’Italia diviene ben presto lo snodo logistico dei terroristi palestinesi in azione in tutta Europa. In definitiva il patto funziona, i suoi effetti si vedono concretamente laddove l’Italia, per diversi anni, resta immune da azioni cruente terroristiche di stampo palestinese.

Diversi sono gli episodi in cui viene concessa l’impunità giudiziaria ai terroristi arabi di base sul suolo Italiano. Non senza imbarazzo da parte delle autorità italiane le quali, contestate aspramente soprattutto dagli USA, negano ostinatamente qualsiasi compromesso con gli agenti palestinesi.

Scarcerazioni eccellenti e occhi chiusi suggeriscono a vari governi esteri la sussistenza del Lodo Moro, l’Italia sempre nega con risolutezza. Perfino dopo l’episodio di Sigonella dove soldati USA e carabinieri si contrappongono, armi in pugno, sulla sorte dei terroristi palestinesi autori del sequestrato della nave italiana Achille Lauro, i quali  uccidero un passeggero statunitense.

In verità, alcuni atti terroristici vennero compiuti in Italia, ma ad opera di gruppi palestinesi contrapposti alla galassia dell’OLP. Lo scopo era di minare l’efficacia del Lodo Moro che tuttavia resse. I servizi stranieri ebbero presto contezza dell’accordo Italia/Palestina e contestarono a più riprese tale circostanza. Le autorità italiane sempre negarono.

Si dice che gli israeliani abbatterono l’aereo ARGO 16 per vendetta contro gli effetti del Lodo Moro. Negli ambienti dei servizi, in quel periodo, girava un grazioso adagio: “l’Italia ha la moglie americana e l’amante araba.

Le prove del Lodo Moro

Vista la segretezza del Lodo Moro e la sua natura verbale è difficile stimare la durata dell’accordo. Si va, plausibilmente, dal 1975 fino ai alla metà degli anni ’80. Non ci sono prove documentali dirette sul patto se non qualche velina desegretata di rapporti intercorsi tra la base del Sismi a Beirut e Roma.

Aldo Moro, dalla prigione del popolo delle Brigate Rosse, in diverse lettere inviate a vari personaggi, fa riferimento in maniera non esplicita all’accordo tra lo Stato Italiano e i terroristi palestinesi. Francesco Cossiga è più esplicito, in due occasioni fa riferimento al Lodo Moro. In una lettera a un deputato missino e in un’intervista dove parla della strage alla stazione di Bologna.

Il lodo post Aldo Moro

Il «lodo» continuò anche dopo la morte di Aldo Moro. Andreotti, tornato alla Presidenza del Consiglio dal 1976 al 1979, continuò la politica filoaraba. Successivamente, come ministro degli Esteri nel governo Craxi, siamo nel 1983, accentuò la posizione filolibica. Il lodo Moro, quindi, continuò a sortire i suoi effetti con il placet dell’onnipresente della politica italiana Giulio Andreotti.

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