I samurai: le origini, le tradizioni e l’evoluzione storica dei guerrieri del Giappone feudale
Gli occidentali sono da sempre affascinata dalla cultura orientale, di cui uno dei simboli sono i samurai. Le origini e la storia di questa appassionante figura sono interessanti. I più pensano che sono solo degli abili guerrieri specializzati all’uso della loro spada, l’inseparabile Katana.
In realtà non sono solo questo, le origini e la storia dei samurai, insieme alla loro cultura, rivelano inaspettate quanto interessanti caratteristiche. Infatti, la loro evoluzione è strettamente legata alla evoluzione politica e sociale del Giappone.
I samurai: origini e storia, il periodo Heian
La figura del samurai ha origine nel medioevo, più precisamente nel periodo Heian (794-1185). In quell’epoca il potere dell’imperatore giapponese iniziò a declinare e le grandi famiglie nobiliari presero ad avere più influenza. Per proteggere le proprie terre e interessi l’aristocrazia giapponese iniziò a formare dei propri eserciti privati.
I componenti di questi eserciti erano guerrieri inizialmente chiamati Bushi. Ben presto, però, divennero noti come samurai. Tale parola deriva dal verbo “saburau”, che significa “servire” oppure “colui che serve”, riflettendo il loro ruolo di servitori delle classi nobiliari.
Il periodo Kamakura
Secondo la storia, i samurai divennero ben presto una vera e propria classe dominante, – periodo Kamakura (1185-1333) – la quale aveva anche una propria gerarchia. Viene istituita la figura dello shogun, un titolo che indicava il capo militare supremo.Ha origine quindi lo shogunato, che era il sistema di governo dei militari che comandava il Giappone, relegando l’imperatore a un ruolo simbolico.
Il Bushido: il codice di comportamento dei samurai
I samurai erano quindi guerrieri del Giappone feudale, riuniti in una casta aristocratica che prevedeva una rigida e inderogabile disciplina. Secondo il loro rigido codice di comportamento, chiamato il Bushido, potevano giungere fino all’estremo gesto del suicidio, come salvaguardia del proprio onore. Fin dalle origini dei samurai e per tutta la loro storia, il Bushido era la costante del loro modo di vivere e della condotta che osservavano. In qualche modo tale modo di pensare e agire venne ripreso nel ‘900 dai Kamikaze.
Il samurai doveva essere non solo un abile combattente, ma anche una persona di grande cultura. Secondo il Bushido, era essenziale coltivare l’interesse per tutte le arti, tra cui la musica, la pittura e la poesia. Questo equilibrio tra forza e saggezza faceva del samurai un ideale di perfezione umana.
La qualità fondamentale di un samurai, come suggerisce il termine stesso “colui che serve”, era l’obbedienza. Egli era al servizio di un feudatario, il Daimyō, a cui doveva totale fedeltà, eseguendo ogni ordine senza esitazione o segno di dissenso.
Il suicidio rituale: seppuku o harakiri
Il fascino del Samurai è legato soprattutto al suo rapporto con la morte. Secondo il codice Bushido, la morte era considerata l’unico modo nobile per espiare una colpa o per evitare di essere catturato e ucciso dal nemico. Il suicidio rituale, come atto estremo per preservare l’onore del samurai, era conosciuto come seppuku o harakiri ed era eseguito seguendo un rituale meticoloso.

Il guerriero, inginocchiato con le punte dei piedi rivolte all’indietro per garantire che il corpo cadesse in avanti, praticava un’incisione sul proprio ventre, tagliando da sinistra a destra e poi verso l’alto. Per conferire ulteriore dignità al seppuku e per evitare che il viso fosse segnato dal dolore, il suicida poteva designare un compagno fidato per completare l’atto con la decapitazione.
I samurai nel periodo Sengoku
La storia dei samurai prosegue nel periodo Sengoku (1467-1603), un’era di guerre civili continue, durante la quale molti signori della guerra locali, o daimyo, cercarono di espandere i loro domini. Questo fu un periodo di grande importanza per i samurai, che combatterono numerose battaglie per i loro signori.
Alla fine del periodo Sengoku, tre grandi leader militari – Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi, e Tokugawa Ieyasu – riuscirono a unificare il Giappone. La vittoria di Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Sekigahara nel 1600 portò alla fondazione dello shogunato Tokugawa, che governò il Giappone per oltre 250 anni.
La storia dei samurai: il declino, periodo Edo
Nonostante le origini solide la storia dei samurai ha un declino. Durante il periodo Edo (1603-1868), il Giappone godette di un lungo periodo di pace, il che ridusse il ruolo militare dei samurai. Molti di essi divennero burocrati o amministratori, e il loro stile di vita cambiò significativamente. Nonostante il loro potere politico e militare diminuisse, i samurai mantennero un elevato status sociale.
La fine dei samurai
La Restaurazione Meiji, iniziata nel 1868, segnò la fine dell’era dei samurai. Il nuovo governo Meiji cercò di modernizzare il Giappone, abolendo il sistema feudale e creando un esercito nazionale. I samurai persero i loro privilegi, e il loro diritto a portare la spada fu revocato. Anche se il loro ruolo militare e politico fu eliminato, il loro spirito e il codice Bushido continuarono a influenzare la cultura giapponese. Termina anche lo shogunato, come sistema di governo in mano alla gerarchia dei samurai, che ebbe origine nel 1185 in pieno medioevo.
Eredità dei samurai
Oggi, i samurai sono ricordati come simboli di onore, lealtà e disciplina. Il loro impatto sulla cultura giapponese è profondo e duraturo, riflesso nelle arti marziali, nella letteratura, e nel cinema. Anche se il Giappone moderno non ha più una classe di samurai, i valori e le leggende ad essi associati continuano a essere una parte importante dell’identità culturale del paese.
L’ultimo dei samurai
L’ultimo dei samurai è spesso associato a Saigō Takamori, un importante figura storica giapponese del XIX secolo. Fu un samurai ma anche uno dei leader della restaurazione Meiji, un movimento che mirava a modernizzare e occidentalizzare il Giappone, ponendo fine al periodo feudale.
Ciò nonostante Saigō Takamori è ricordato per il suo ruolo nella difesa delle tradizioni samurai in un’epoca in cui queste stavano rapidamente scomparendo.